La Storia del Crocifisso di San Damiano

Il Crocifisso è stato dipinto nel dodicesimo secolo da un pittore umbro: l'opera presenta una forte influenza della pittura siriana, come conseguenza della presenza in Umbria di monaci siriani. La tela è incollata su una lista di legno di noce alta 190 cm, larga 120 cm e spessa 12 cm. 
È probabile che il Crocifisso fosse destinato ad essere appeso sopra l'altare del S. Sacramento: ciò fa pensare che la chiesa di San Damiano fosse parrocchiale, in quanto ciò era previsto per tali tipi di chiese.
Nel 1257, le Clarisse lasciarono San Damiano e partirono alla volta della Chiesa di San Giorgio, prendendo con loro il Crocifisso. Con loro è rimasto per 700 anni. 
Nella Settimana Santa del 1957 venne mostrato al pubblico per la prima volta sopra il nuovo altare nella cappella di San Giorgio nella Basilica di Santa Chiara d'Assisi.

l'icona del Cristo trasfigurato

Per i cristiani dell'Est, l'icona è una rappresentazione del Dio vivente, attraverso il quale si ha l'incontro personale con Dio per mezzo dello Spirito Santo. L'icona di San Damiano è quindi un incontro personale con il Cristo trasfigurato - Dio fatto uomo. Il Crocifisso contiene la storia della morte, risurrezione e ascensione in gloria. 
Invita tutti noi a prendere parte con una fede viva e vissuta, proprio come ha fatto San Francesco.
La morte salvifica di Gesù è mostrata nel Vangelo di Giovanni nella sua maestà serena, e questo Crocifisso ne è la testimonianza pittorica. Non è quindi sorprendente che San Francesco fosse attirato da quest'icona e che l'ispirazione per la sua vita venisse da questo Cristo che gli parlò "Va', ripara la mia chiesa...."

la figura del Cristo

La figura centrale dell'icona è Cristo: ciò non solo a causa delle dimensioni della figura, ma perché Cristo dà la luce alla composizione pittorica. "Sono la luce del mondo. Chiunque mi segui non cammina nel buio, ma avrà la luce di vita" (Giovanni 8:12). Cristo sta in piedi, non è inchiodato sulla Croce. I Suoi occhi sono aperti: guarda il mondo, che ha salvato. È vivo. Il Suo vestito è un semplice velo simbolo allo stesso tempo del Suo Santo Sacerdozio e del Suo ruolo di vittima sacrificale. Il petto, la gola e il collo sono molto pronunciati. Gesù alitando lo Spirito Santo sui Discepoli (Gio 20.22) inizia la nuova creazione, Egli infatti alitò sui suoi discepoli e disse "ricevete lo Spirito Santo".
L'ombra sul volto di Gesù è evidenziata dal fatto che l'aureola e la faccia sono reclinati. L'umanità di Cristo vela l'essenza della Gloria del Verbo. Dietro le braccia stese di Cristo c'è la raffigurazione della sua tomba vuota, come un rettangolo nero.

il medaglione e l'inscrizione

L'ascensione è rappresentata all'interno del cerchio rosso: Cristo sta uscendo dal cerchio, portando una croce d'oro, che è ora il suo scettro reale. I suoi vestiti sono dorati un simbolo di vittoria. La sua sciarpa rossa è un segno del suo dominio e della sua sovranità. Gli angeli L'accolgono nel cielo. 
IHS sono le prime tre lettere del nome di Gesù. La piccola parentesi sopra indica che è un'abbreviazione.
NAZARE è il nazareno; REX è "re" e IUDERUM è "degli ebrei". Ciò è anche riportato nel Vangelo di San Giovanni. "Gesù, il re degli ebrei".

la mano del Padre

Da dentro il semicerchio alla cima dell'icona, Dio Padre che nessun ha mai visto, si rivela attraverso una benedizione. Questa benedizione è data dalla mano destra di Dio con il dito steso lo Spirito Santo.  Il Padre dà il dono dello Spirito Santo a tutti a causa dei meriti della Passione di Cristo.

la vite mistica


Attorno alla Croce vi sono rotoli calligrafici vari, che potrebbero rappresentare la Vite Mistica:"io sono la vite, voi siete i rami..." (Gio 15) che richiama alle parole di Gesù "non esiste amore più grande di questo, dare la propria vita per i propri amici." Alla base della Croce, sembra esserci una sezione che somiglia ad una roccia, il simbolo di Pietro, primo capo della Chiesa. Le conchiglie sono invece i simboli dell'eternità.

Maria e Giovanni

Come nel vangelo di Giovanni, Maria e Giovanni sono posto fianco a fianco. Il mantello di Maria è bianco, che significala vittoria (Rev 3:5); purificazione (Rev 7:14); e benevolenza (Rev 19: 8). Le gemme sul mantello si riferiscono alle grazie dello Spirito Santo. Il rosso scuro portato sotto il mantello si riferisce invece all'amore, mentre il vestito è di porpora, che simbolizza l'Arca dell'Alleanza (Ex 26: 1-4) La mano sinistra di Maria è appoggiata alla sua guancia la sua accettazione e il suo amore di Giovanni, e la sua mano destra indica Giovanni, mentre i suoi occhi proclamano la sua accettazione delle parole di Cristo "Donna, ecco tuo figlio....."(Gio. 19:26) Il sangue gocciola su Giovanni in questo momento. Il mantello di Giovanni è di colore rosa, che significa saggezza eterna, mentre la sua tunica è bianca, la purità. La sua posizione è tra Gesù e Maria perché è il discepolo amato da tutti e due. Maria "ecco tuo figlio, Giovanni ecco tua madre".


Maria Maddalena

Maria Maddalena è figura molto particolare poiché è vicina a Cristo; la sua mano è posta sul mento, ciò indica un segreto confidato. Porta un vestito di colore scarlatto che è il colore dell'amore: il suo mantello, che è azzurro, intensifica questo sentimento.


Maria di Cleopa

Alcune autorità dicono che lei è la madre di Giacomo, porta i vestiti di un colore di terra, un simbolo di umiltà e il suo mantello chiaro verde la speranza. La sua ammirazione di Gesù è indicata dal gesto della sua mano.

Il Centurione di Capernaum

Tiene un pezzo di legno nella sua mano sinistra, che indica la costruzione della sinagoga (Luca 7:1-10). Il bambino oltre la sua spalla è suo figlio guarito da Gesù. Le tre teste dietro il bambino mostrano "lui e la sua famiglia" (Gio. 4: 45 - 54). Guardando il Cristo in croce il Centurione appartiene al numero di quelle persone che Gesù comincia ad attirare a sé, nell’ora in cui viene innalzato sulla croce, come aveva profetizzato Egli stesso (Gv 12,32). . Inoltre, come annota san Marco (cfr. Mc 15,39), è proprio “vedendo Gesù morire in quel modo” che il Centurione riconosce: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio”.  Occorre perciò avere il coraggio di stare sotto la croce con lo sguardo rivolto a Gesù, e occorre andare oltre uno sguardo superficiale, per cogliere il significato di quella morte e l’identità profonda di quel Crocifisso.
Il senso delle parole del Centurione è poi chiarito dalla posizione della mano destra, che esprime in modo simbolico la professione di fede cristiana e trinitaria. Infatti con il mignolo e l’anulare ripiegati viene espressa la fede in Gesù vero Dio e vero uomo, con le altre tre dita aperte viene espressa la fede nel Dio Trinitario, che si manifesta in modo speciale proprio nella pasqua di Gesù. Sotto il braccio sinistro il centurione tiene qualcosa, per qualche interprete tiene in mano un mattone (Picard), per qualche altro (Gallant), più verosimilmente, tiene in mano il rotolo con la sentenza di morte. Se –seguendo la tradizione antica – identifichiamo il nostro ufficiale romano con il centurione di Cafarnao.

Siamo ancora in presenza di un personaggio che rappresenta la fede: fede nella parola di Gesù, fede in Gesù vero Dio e vero uomo, fede che sa reggere alla prova della croce.

Longino e Stefanato

Sul crocifisso di san Damiano, rispettivamente sul lato sinistro e destro di chi guarda, accanto a Maria e al Centurione, troviamo due piccoli personaggi, uno vestito da soldato romano e con la lancia in mano, l’altro coi tratti distintivi dell’ebreo, all’origine aveva a sua volta una canna in mano, con in cima una spugna e nell’altra mano il secchiello dell’aceto. Si tratta dei due personaggi che in Gv 19 svolgono rispettivamente il ruolo di chi disseta Gesù con l’aceto e di chi lo trafigge per accertarne la morte.

La tradizione apocrifa (Apocrifo di Nicodemo) identifica il soldato che trafisse il costato di Gesù e lo chiama Longino. Secondo la stessa fonte, si  tratta di un soldato gravemente ammalato agli occhi, che – nel momento in cui viene raggiunto dal sangue che esce dal costato di Cristo – riacquista la vista. Immagine molto bella per dire che, solamente se ci lasciamo raggiungere dal sangue di Cristo crocifisso, cominciamo a vederci chiaro nella vita. È la vista come metafora della fede. Vale anche il contrario: finché non ci lasciamo raggiungere da quel sangue, cioè da quella vita donata, anche se ci illudiamo di aver capito tutto, in realtà siamo ciechi. 

L’ Apocrifo di Nicodemo identifica anche il personaggio vestito d’azzurro e lo chiama Stefanato. Si tratterebbe di un servitore del tempio di Gerusalemme, che – inconsapevolmente – nel momento in cui disseta Gesù compie un gesto di servizio verso il nuovo tempio, come lo stesso Gesù aveva definito il proprio corpo fin dai primi capitoli del vangelo secondo Giovanni (Gv 2,19).

Servo obbediente

Portiamo poi il nostro sguardo sul “gonnellino” che cinge i fianchi del Crocifisso, retto da una cordicella. Che cos’è? Cosa significa? Ancora una volta viene in nostro aiuto san Giovanni, ricordandoci che, durante l’ultima cena Gesù si alzò da tavola, si cinse un grembiule-asciugatoio e cominciò a lavare i piedi dei discepoli (Gv 13). Quel grembiule, indossato nell’ultima cena, identifica in Gesù il Servo del Signore, intravisto e annunciato dal libro di Isaia. Quel grembiule, indossato nell’ultima cena e rimasto come unica veste del Crocifisso, è il segno inequivocabile che il servizio di Gesù consiste nel dare la vita per noi, il suo “lavare i nostri piedi” un farsi carico delle nostre infermità e dei nostri peccati, delle nostre fragilità e di ogni nostro male, prendendo tutto su di sé e inchiodando per sempre sul legno della croce, tutto ciò che abbruttisce la nostra vita.

Alla luce di questo Crocifisso comprendiamo perciò cosa vuol dire il Nuovo Testamento (Lettera agli Ebrei) quando dichiara che Gesù è il Sommo Sacerdote, che ha compiuto una volta per sempre l’espiazione per i peccati, non col sangue di animali morti, ma col proprio sangue, cioè col dono della propria vita. E ora e per sempre Egli intercede per noi presso il Padre. Così attraverso questa raffigurazione ci vien detto che l’autentico servizio cristiano comporta il donare la vita e il donare la vita si può realizzare in gesti quotidiani di servizio.

i Santi Sconosciuti


Al fondo dell'icona ci sono sei santi sconosciuti che gli eruditi credono essere i santi Damiano Ruffino, Michele, Giovanni il battista, Pietro, e Paolo tutti patroni delle chiese nella zona di Assisi. San Damiano fu il patrono della chiesa dove era la croce, e San Ruffino il santo patrono di Assisi. I danni riportati dall'immagine non ne consentono l'identificazione.

Gli angeli che discutono

Alle estremità delle braccia della croce, attorno a ciascuna  mano di Gesù crocifisso possiamo osservare la presenza di tre angeli. I loro volti non sono tristi o piangenti, ma sostanzialmente sereni e attenti a quanto sta accadendo. Due stanno colloquiando e con le mani indicano il Cristo in croce, il terzo angelo osserva e indica il Crocifisso. Qual è il significato di questi angeli? Un autore del IV secolo, san Gregorio di Nissa, nel suo Commento al Cantico dei Cantici dice che gli angeli esultano, per essere stati chiamati ad assistere alle nozze di Cristo con la Chiesa. 

"Dio amò tanto il mondo che dette suo solo figlio, perché chiunque credi in lui non morirà ma avrà la vita eterna" ( Gio. 3:16)

Il Gallo


In primo luogo, l'inclusione del gallo ricorda il diniego di Pietro che pianse amaramente. In secondo luogo, il gallo proclama la nuova alba del Cristo alzato, la vera luce. (Gio. 2:8)

La Tomba

Come è stato menzionato prima, dietro Cristo è la tomba aperta; Cristo è vivo, e sta in piedi sopra la tomba. Il rosso dell'amore supera il nero della morte. I gesti dei santi sconosciuti a Sue mani indicano la fede. Potrebbero essere Pietro e Giovanni alla tomba vuota? (Gio 20: 3 - 9)

La Forma della Croce

La forma della Croce è particolare per permettere all'artista di includere tutti coloro che parteciparono al dramma della Passione. Alla destra della Croce sta il buon ladrone, chiamato tradizionalmente Dismas, di cui Gesù disse che sarebbe stato con Lui nel Regno dei Cieli; alla sinistra sta invece il ladrone malvagio.

Numeri

Ci sono 33 figure nell'icona: 1 figura di Cristo, 1 mano del Padre, 5 figure maggiori, 2 figure più piccole, 14 angeli, 2 figure sconosciute vicino alle mani di Gesù, 1 piccolo bambino, 6 figure sconosciute al fondo della Croce ed 1 gallo. Ci sono poi 33 chiodi lungo le cornici appena dentro le conchiglie e 7 attorno all'aureola.