Nuovo Santuario
Lo Storico non può che deplorare la demolizione dell'antico santuario, decisa ed eseguita per far posto al nuovo. Le pietre parlano e, insieme ad esse, ogni reliquia del passato trasmette un suo messaggio. Pietre e reliquie avrebbero aiutato a leggere una lunga pagina di storia della pietà popolare mariana, scritta dai Terracinesi e dalle popolazioni delle comunità di gran parte del comprensorio pontino. Ma pure la generosa iniziativa del conte Agostino Antonelli fu un atto di grande fede.
Si, contrariamente al solito, la realizzazione del nuovo santuario, anziché ad una istituzione (Comune, Chiesa, Ordine o confraternita religiosa) oppure allo slancio di fede d'un intero popolo, fu dovuta soprattutto al conte Agostino Antonelli, il quale profuse una fortuna per erigere una nuova reggia alla Madonna della Delibera. Certo, non mancò l'aiuto del popolo che contribuì con offerte, e, più ancora, con prestazioni gratuite; ma la colossale impresa assai difficilmente sarebbe stata portata a termine senza il forte impegno di questo credente che, nella sua umiltà, non lasciò memoriali e neppure tollerò lapidi che esaltassero il suo atto di fede e di pietà.
Assai difficilmente noi, oggi, riusciamo a misurare il coraggio del suo gesto. I potenti di allora, - uomini politici, Università, stampa- operavano in combutta per scristianizzare l'Italia. Il credente era considerato un reazionario, la fede una superstizione da estirpare. La sua, perciò, fu una sfida, un atto di fede in qualche modo incarnato e proclamato alla luce del sole, mediante l’erezione di un tempio destinato a rimanere: una fiaccola rilucente tra le tenebre dell'incredulità, destinata ad alimentare la fede e la pietà degli umili.
Forse l'ispirazione gli venne dall'esempio di Bartolo Longo che, nell’abbandonata Valle di Pompei, aveva eretto il celebre tempio mariano, consacrato solennemente nel 1887.
Anche la terracinese "Valle dei Santi" era una contrada abbandonata. E l'Antonelli volle che la chiesa fosse in mezzo al popolo della campagna, anziché attendere, come per secoli si era costumato, che il credente andasse a cercare i conforti della fede entro le mura, gelosamente difese, della città. Dunque i lavori furono iniziati nel 1889. si cominciò con abbattere l’antico complesso edilizio: il chiostro protetto da alte mura merlate, prospiciente la città, la chiesa, la dimora dell’eremita e le stesse mura che proteggevano il suo orticello. Rimase in piedi unicamente la parete che sosteneva l’affresco con l’immagine di Maria Santissima della Delibera. Fu pure variato il percorso della strada pubblica, spostata a mezzogiorno davanti all’erigendo tempio (non più dietro di esso), e venne rialzato il piano su cui si veniva costruendo.
La chiesa venne su solenne, in stile neoclassico a tre navate su disegno dell'ingegnere Filippo Liberati, della Bonifica Pontina coadiuvato dall'ingegnere Antonio Mollari. Le decorazioni interne furono commissionate al prof. Virginio Monti. La chiesa fu aperta al pubblico nel 1896.
Tre anni dopo, nel 1899, Leone XIII donava l'altare maggiore, in marmo, come ricorda una lapide che ancora oggi si legge, con disappunto, forse, dell'ignaro visitatore che nel presbiterio vede un moderno altare "conciliare" rivolto verso il popolo.
Tra le pochissime cose appartenute già all'antica chiesa ed ora conservate nella nuova, vi sono le due lapidi sepolcrali e due lampade d'ottone del Settecento, collocate nel presbiterio, ai due lati dell'affresco della Madonna. Su ognuna di esse si legge: “..Sanguis Christi nostrum gaudium”, e furono donate dalla confraternita del Santissimo Sacramento
Nel 1944 la chiesa subì notevoli danni a motivo dell'acquartieramento di truppe tedesche in loco: vetri in frantumi, suppellettile sacra e mobili trafugati, soffitti resi pericolanti. Per qualche tempo la chiesa fu trasformata in scuderia per i quadrupedi della guarnigione. E' perciò più che comprensibile il respiro di sollievo del p. Valentino da Triggiano, in quel tempo superiore del convento, per aver trovata, tornando, "sana e integra la venerata Immagine" della beata Vergine. Ma, sia pure in modo provvisorio, a tutto si riparò non appena cessato il flagello della guerra. Lungi dal rimaner deserto, il santuario continuava ad essere meta di gruppi di fedeli sempre più frequenti e numerosi. Molti venivano a ringraziare la Madonna della Delibera per i tanti pericoli scampati, come fanno fede numerosi ex-voto.
Per venire incontro ai bisogni dei pellegrini che, in caso di pioggia, la pur grande chiesa non era capace di accogliere, negli anni 1952-1955 il p. Benedetto d'Alatri costruì i due grandi porticati che fiancheggiano i due lati della chiesa. Parimenti per comodità dei fedeli è stato approntato il grande piazzale antistante la chiesa ottenuto con il sacrificio di un vigneto di cui il conte Agostino Antonelli aveva dotato il santuario.