"800 anni Cantico delle Creature"



Il 2025 sarà un anno ricco di momenti significativi legati al Giubileo indetto da Papa Francesco con il tema “Pellegrini di speranza” per costruire un mondo migliore. In questo ambito di iniziative la famiglia francescana vuole offrire, con umiltà e letizia, la ricchezza cristiana di San Francesco per l’annuncio del Vangelo di oggi, celebrando la memoria degli 800 anni del Cantico delle Creature (Lettera della Conferenza Famiglia Francescana 3/11/2021). Fonte sempre attuale, volto alla salvaguardia e alle lodi del creato, per lasciare alle prossime generazioni un futuro a cui guardare, e come riportato nelle ultime strofe dove ci ricorda che solo coloro che hanno un cuore libero, capace di arrestare la logica dell’odio e della vendetta mediante il perdono, possono diventare strumenti di riconciliazione e di concordia, profezia di fraternità, come lo stesso Francesco, che visse «in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con sé stesso» (Laudato si’ 10).

Il Cantico, tra i primi alle origini della lingua italiana, ha scosso le coscienze in molti contesti: religiosi, letterari, artistici, storici, politici e ambientalistici. Il testo del Poverello di Assisi mantiene una sua fresca originalità che, tra le pieghe del bel linguaggio poetico e dell’evocatività delle sue immagini, invita a essere nuovamente accostato per lasciarsi da esso interrogare.

Si propone nel percorso una riflessione sulle origini e sul perché Francesco scrive questo poema.

Celebrare l’ottavo centenario del Cantico delle Creature ci conduce a un cambiamento radicale nel nostro rapporto con il creato che consiste nel sostituire al possesso la cura della nostra casa comune, e con noi stessi.
Ognuno di noi deve rispondere, con sincerità, alle domande su come vogliamo vivere il rapporto con le altre creature:

  1. Come un dominatore che si arroga il diritto di fare con esse ciò che vuole?
  2. Come un consumatore di risorse che vede in esse un’opportunità per trarne qualche vantaggio?
  3. Come un fratello che si ferma davanti al creato, ammira la sua bellezza e si prende cura della vita?
  4. Cosa insegna il Cantico delle Creature ad un bambino o a un adolescente oggi?

“È certamente un esercizio di sguardo, imparando a vedere e non guardare, ascoltare e non sentire”.

Ci troviamo di fronte a una sfida antropologica ed ecologica che determinerà il nostro futuro, perché esso è collegato al futuro della nostra Madre e Sorella Terra. Siamo invitati a riproporre alla società contemporanea «il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo» (Laudato sì 11).

CENNI DI STORIA

Il Cantico delle Creature detto anche Il Cantico di Frate Sole, la lauda francescana in volgare italico, diventata uno dei testi più amati della letteratura cristiana,
È la più bella composizione poetica di tutto il mondo e di ogni tempo. La sua è una bellezza assoluta, cosmica, totale, che penetra tutto il creato.

Era una fresca mattina della primavera del 1225, e Francesco giaceva ammalato su un lettuccio del suo San Damiano, la chiesetta diroccata dove una ventina di anni prima aveva ricevuto dal Cristo crocifisso il messaggio che aveva cambiato la sua. Sforziamoci d’immaginarlo, quel povero piccolo omiciattolo smagrito dopo una notte di dolore e di pena, tra i rumori dei topi sotto il pavimento che non lo hanno lasciato dormire, quando il sole nascente dell’alba ferisce i suoi occhi malati e glieli fa lacrimare. Sforziamoci di veder il mondo attraverso quegli occhi ormai in grado di distinguere forse appena poco più che delle ombre. E scrive, o meglio detta perché di scrivere non ha la forza. A getto sono parole che gli salgono direttamente dal cuore.

Si sono versati fiumi d’inchiostro e scritte biblioteche intere su quei pochi versi. Nessuno può gloriarsi di averli sul serio decifrati sino in fondo. Lo Spirito soffia dove vuole: e quella mattina ha soffiato su quel povero frate e sui suoi occhi arrossati che hanno finalmente visto il Mistero dell’universo. Quelle parole parlano di Dio, della Sua Gloria, della Sua infinita Maestà (Onnipotente), della Sua carità infinita (Bon Signore), della Sua incommensurabile distanza rispetto agli uomini eppure della forza con la quale egli sa arrivare a loro, e soprattutto a quelli tra loro che sanno perdonare per amor Suo, attraversando tutto il creato, cioè l’universo: Messer lo Frate Sole, e la luna, e le stelle, e quindi i quattro elementi di cui la materia del mondo è costituita – il fuoco, l’aria, l’acqua, la terra con i suoi fiori e i suoi frutti. Quella poesia, che molti hanno giudicato ingenua, abbraccia il mistero del creato e della natura con una forza e una chiarezza che nessun filosofo e nessun poeta era mai riuscito a eguagliare.